giovedì 13 ottobre 2011

Don't cry

Mi era stato vietato.
E io ci tenevo davvero, ma mi era stato vietato.
E io mi ero illusa che assecondando tutte le assurde richieste e pretese, tutto sarebbe andato bene.
Così io quattro anni fa, a quel concerto non ci sono andata. E non sono andata nemmeno a quello dopo, quello bello, quello allo stadio, quello a cui sono andati praticamente tutti tranne me, quello per cui avevo comunque e preventivamente comprato il biglietto.
E quei concerti, sebbene abbia parato il colpo abbastanza bene, mi sono mancati. Perchè l'ultimo loro concerto, a Vigevano, io lo collegavo comunque sempre e solo alla mia inconsapevolezza che di lì a poche ore mi sarebbe cambiata la vita. Non necessariamente nel bene, tra l'altro.
Quindi quando l'anno scorso è finalmente uscito l'ultimo album dei Negramaro, ho deciso che sarei andata ad un loro concerto PER FORZA. E infatti il biglietto l'ho comprato subito. E infatti ieri ci sono andata.
Avevo previsto pianti. Credevo che avrei sentito per lo meno il peso dei ricordi e che questo mi avrebbe rattristata almeno un pò. E invece NIENTE.
Non sentito niente.
E ci sono anche rimasta male da un certo punto di vista. Il mio lato melodrammatico era pronto ad ogni evenienza. Ma invece NO.
Non riesco nemmeno a ricordarmi come stavo due anni fa. A volte non ricordo nemmeno che sia successo. Non ricordo com'era stare prima di adesso.
So che c'è stato un passato, lo so. E anche bene. Ma non risco più a concepirlo.
E sono talmente serena che niente pare potermi toccare.
Neanche i Negramaro.

Neanche Giuliano.

martedì 20 settembre 2011

Viva forever

Succede poi che un giorno muore qualcuno a cui tenevi. E tu non te l'aspettavi.
E allora pensi che forse la morte non è solo una cosa che capita nei film. La morte è anche vicina a te.
Forse io non me n'ero mai accorta perché sono un pò distratta, ma ha dovuto proprio toccarmi da vicino per capire che anche le persone a cui voglio bene hanno una specie di "data di scadenza". Però questa non è segnalata da nessuna parte. Non siamo yogourt in effetti. Uno yogurt sai che un giorno è commestibile e l'altro ti provocherà solo il cagotto. E allora, per evitare di passare una giornata con i crampi, cosa si fa? Si mangia prima che scada.
Ma se una persona non ha nessuna segnalazione di scadenza come si fa? Come faccio a sapere che chi vorrei avere accanto ancora per molto tempo, forse non ci arriverà?
E allora ho iniziato a pensare che ci sono persone che voglio che vivano tantissimo. Almeno per condividere con me dei passi importanti, che prima o poi compirò nella mia vita. E se anche non li compirò, vorrei pterci contare anche nell'incertezza.
Io voglio che mio padre mi accompagni all'altare.
Io voglio che mia madre sia la nonna che sua madre non è mai potuta essere con me.
Io voglio che il mio cane giochi con i miei figli, perchè lui ama i mocciosetti.
Io voglio che le mie amiche possano raccontarmi dei loro problemi con i mariti, per riderci su davanti ad un bicchiere di vino, prima, e sedute su una panchina, poi.
Io voglio che il mio fidanzato diventi rugoso e io possa farglielo pesare.
Ad oggi non so se queste cose capiteranno, perchè non sto programmando niente di tutto questo.
Però voglio poterci contare.

martedì 16 agosto 2011

Father and son

Non sono capace di affrontare le situazioni, io.
Agosto è una gran figata, ma quando ti dicono che tuo padre ha un cancro diventa tutto un po' meno figo. E se la prima cosa che riesci a dire è "Ma quindi adesso diventerai pelato?", allora sei proprio tu che non sei figa per niente.
Ho vissuto il tutto - camere d'ospedale, sale d'attesa, operazioni, attese degli esiti, cateteri e dimissioni - come se non stesse davvero succedendo a me.
Io, che sono sempre stata pessimista su tutto, in quella situazione non riuscivo a vedere il nero che tutti vedevano.
Non sono stata vicina nè a mia madre, nè a mio padre. In verità non sono stata vicina nemmeno a me stessa. Io c'ero, poco e distante.
E riesco a capire solo adesso, dopo due anni da quella sera in cui io stavo uscendo e loro, arrivando al mare, mi hanno fermata dicendomi "C'è qualcosa, è piccolo, ma c'è..", che riesco forse a realizzare.
E solo perché ho iniziato, per caso, a leggere un sito (questo), e mi dispiace non aver capito quando c'era da capire.
Ognuno reagisce a modo proprio, con i propri tempi e non c'è una regola generale. E io di solito reagisco di merda.
Ma solo ora capisco mia madre, la sua paura, e apprezzo anche la sua forza, che non credevo avesse, ma che invece ha tirato fuori.
E solo adesso capisco e apprezzo davvero la sua presenza alla mia Laurea, gli sforzi per organizzarmi una festa come volevo io e come pensavo mi fosse dovuta. Felice di aver potuto dire ad entrambi i miei genitori che me ne vado di casa.
Felice e consapevole.
Forse un po' in ritardo. E (forse) una cosa che rimarrà sempre e solo qui, perché, a meno che non la trovi per caso, io mai glielo farò leggere e mai sarò capace di dirlo.
Ecco.
Scusa.

venerdì 5 agosto 2011

Non ho l'età

Capisci di essere davvero diventata grande quando una sera a cena con le amiche i discorsi non vertono più sulla boyband del momento o sul ragazzo dell'altra classe che tanto ti piace.
Capisci di stare crescendo davvero quando racconti qualcosa che VERAMENTE ti sta per cambiare la vita. Tipo andare a convivere. Tipo iniziare un lavoro. Tipo una malattia di qualcuno che ti è vicino.
E se un pò mi manca quella leggerezza con la quale si discuteva animatamente su chi fosse meglio, i Backstreet Boys o gli 'Nsync (?), sono comunque contenta di poter affrontare questi discorsi "da adulta" con gente che mi conosce da così tanto tempo da potersi ricordare che taglio di capelli imbarazzante avessi a quattordici anni.
Aleggia sempre un alone di stranezza mentre si parla di cose così serie. Rimane quella voglia di continuare a rimanere un pò cazzone. Rimangono i ricordi che ti accompegneranno anche se sarai dall'altra parte del mondo. Perchè quelli, se vuoi, non li dimentichi proprio mai. Devi volerlo, però. Fortemente.
Ma la cosa bella è vedere che un tuo passo avanti e anche un loro passo avanti.

Poi vabbhè...la serata si è conclusa (s)parlando di tutti gli ex-compagni del liceo. Ma questa è un'altra storia...

lunedì 25 luglio 2011

Strade

Domani andrò al concerto dei Subsonica.
Ovviamente la mia mente ritorna a sei anni fa quando, più o meno in questo stesso periodo dell'anno, andai a vedere un loro concerto a Cuneo.
E ripenso a quante milioni di cose sono cambiate dal 2005 ad oggi.
Ricordo benissimo con chi ero, cosa ho fatto per tutta la sera e come mi sentivo. E ricordo benissimo cosa è successo in tutti i sei anni successivi.
E mi guardo con tenerezza, perchè ho sempre creduto (fin troppo) in quello che facevo e provavo. Ho combattuto battaglie tutte mie che spesso ho perso, ma che mi hanno portato qui, oggi. E visti gli ultimi avvenimenti direi che mi hanno fatto vincere. E non ho vinto una battaglia, ma l'intera guerra. Anzi, ho vinto l'apocalisse.
Se potessi, direi a quella ragazza di neanche 20 anni di continuare così. Forse di essere un pò più stronza e meno condiscendete e comprensiva con chi davvero non si meritava carezze.
Di continuare ad ascoltare chi è ti è vicino, ma comunque pensare con la tua testa. Sbaglierai. Sbaglierai un sacco. E piangerai fiumi di lascrime, pensando di non poter mai uscire da quei "tunnel", ma ce la farai. Magari lentamente, magari avrai bisogno di fortissime spinte dall'esterno, ma ce la farai.
Ti consiglio di non chiuderti troppo in te stessa. Soprattutto non farlo per colpa di qualcuno che non ha saputo cogliere il meglio di te. Piangi, piangi sempre, ma esci e vedrai che appena lo farai troverai qualcosa di meglio da vivere.
Starai male ancora per quella persona che è con te a quel concerto. Starai male pochissimi giorni dopo quel concerto per colpa di qualche sms. Ma fregatene, un giorno ti sentirai dire cose che riempiranno il tuo orgoglio femminile.
Fidati dei tuoi primi istinti. Non mettere sempre il cuore al primo posto, usa un pò il cervello anche. E se proprio non ce la farai, sappi che perderai delle occasioni, ma dall'altra parte crescerai e conoscerai situazioni che non avresti mai pensato di poter vedere così da vicino.
Infondo comunque non sarai così male come a volte vorranno dipingerti.
Farai cazzate, come tutti d'altronde.
Ma alla fine arriverai dove hai sempre desiderato arrivare. E sarà bellissimo.
Fidati.

venerdì 15 luglio 2011

Luci a San Siro

...Milano mia portami via, fa tanto freddo,
ho schifo e non ne posso più,
facciamo un cambio prenditi pure
quel po' di soldi quel po' di celebrità
ma dammi indietro la mia seicento,
i miei vent'anni e una ragazza che tu sai
Milano scusa stavo scherzando,
luci a San Siro non ne accenderanno più...


Ho sempre visto mia madre commuoversi con questa canzone, soprattutto con questa strofa. E non avevo mai capito il perchè. E vedere mia madre piangere è una delle cose puù comuni, ma che al contempo mi fanno ribollire il sangue. Non mi piace vedere la debolezza negli altri. Perchè nella mia testa, la debolezza si deve nascondere. Io la celo sotto una bella faccia da culo, due battute acide e tanto mal di stomaco.
Ho sempre avuto un carattere di merda.
E questo potrebbe esserne un esempio.
Sono assoluta. O bianco o nero. Vivo o morto. "Meglio che uno muoia, piuttosto che ti lasci.", ho sempre sostenuto. Radciale.
Ora però inizio a capire anche mia madre. E questo un pò mi spaventa.
Finalmente ora capisco anch'io.

giovedì 30 giugno 2011

Meet me halfway

Non possiamo decidere chi consocere.
Non possiamo nemmeno decidere quando conoscere chi vorremmo conoscere.
Spesso si conoscono persone che ad una prima impressione sono il massimo della vita, poi si dimostrano enormi delusioni. E viceversa.
Incontriamo miliardi di persone. Con alcune restiamo sul superficiale, con altre scaviamo più a fondo e con altre ancora ci sbilanciamo.
Possiamo persino deicidere di non conoscere più. Sì, va bene, ti conosco, ma faccio finta che tu non esista. Ti passo di fianco, ma non ti saluto. Ti incontro per strada, ma cambio direzione. Scorro il la rubrica del cellulare, vedo il tuo nome, ma con fulmineo gesto di pollice, ti faccio sparire.
Non ti conosco più. Magari posso dire di averti conosciuto. Posso dire che ti conoscevo.
Ma infondo non so più nemmeno che faccia hai.
Poi ci sono persone che cnosciamo sempre troppo tardi. Che avremmo voluto conoscere molto tempo prima. Che se avessimo conosciuto prima, forse certe cose non sarebbero successe e forse sarebbe stato tutto più bello.
Persone che vorremmo conoscere da sempre.
Perchè a volte non mi ricordo nemmeno com'era quando non c'eri.
Vorrei conoscerti da sempre.
Voglio conoscerti PER sempre.

giovedì 23 giugno 2011

Me, myself and I

Succedeva che spesso mi trovavo a parlare da sola.
Di piccolina parlavo con "la mia amica Luca", una specie di angelo custode - barra - amica immaginaria. Lo so, il nome era da maschio, ma lei era una femmina. Aveva anche tutta una suo storia, tragica, tra l'altro. Con lei io ci parlavo e ci giocavo, poi a tre anni ha smesso di farmi visita. O per lo meno, io ho smesso di interagirci.
Per un bel pò non ho più avuto nessuno. Poi mi sono inventata una sorta di vita parallela. Rilasciavo interviste, parlavo per ore da sola e fanatsticavo sulla mia doppia identità di personaggio famoso.
Ho smesso anche in questo caso.
Un pò più da grandicella ho sempre continuato a parlare da sola. A volte mi attaccavo al citofono facendo finta di parlare al telefono. E parlavo, raccontavo, dicevo.. Poi mi sono accorta che forse la gente che passava sotto casa poteva sentire tutto e ho smesso.
Ma non ho mai smesso del tutto di parlare con me, di confidare a qualcuno di impalpabile quello che pensavo sul serio. Svelavo al Nulla cose che agli altri non avrei mai potuto dire. L'aria ha sempre avuto il ruolo di psicologa, che nel suo stare in silenzio mi alleggeriva da segreti e percezioni.
Parlavo da sola, ma senza vergognarmene e senza neanche quasi accorgemene.
Poi, d'un tratto ho smesso. Ora lo faccio solo in situazioni di panico, ma non parlo veramente da sola, di solito mi rivolgo direttamente a me stessa, chiamandomi per nome.
L'altra sera però, passeggiando col mio cane nelle strade deserte del mio paese, ho avuto un pò la nostalgia dei miei amici invisibili. Avrei voluto raccontare al sole che tramontava come mi stanno andando le cose, come vivo adesso e come sto. Ma no, sono stata zitta e ho pensato solo che a volte mi manco.

martedì 14 giugno 2011

Who wants to live forever

L'eternità è troppo complicata.
Stanca quasi a pensarla. E' troppa.
Scartiamola.
E anche il sempre è troppo pesante. Anche perchè il sempre non è mai.
Io non sono sempre felice. Non sono sempre triste.
A volte lo sono, a volte no.
Allora scartiamo anche il sempre. Anche il per sempre.
Troppo.
E quindi non sarà per sempre, non sarà per l'eternità.
Io non posso sapere cosa vorrò domani, fra un mese, fra un anno o fra dieci anni. Però so che quando vedo due vecchietti sorridersi ancora innamorati e stringersi la mano, penso che quello lo voglio anch'io. E lo voglio adesso. E voglio volerlo anche fra cinquant'anni. Voglio arrivare rugosa e grigia e guardarti ancora, rugoso e grigio, con gli stessi occhi con cui ti guardo oggi.
Ti voglio guardare così, per sempre.

venerdì 10 giugno 2011

Che velocità

Sentire l'urlo liberatorio degli studenti per l'ultima campanella dell'anno.
Aver passato una serata con le Amiche del liceo la sera prima.
Tutto converge in una stretta al cuore e ad un pò di occhi lucidi perchè se io mi riguardo indietro non ho altro che splendidi ricordi.
La giornata in canoa. Il gemellaggio in Francia e i tre giorni a Parigi. Le notti in bianco con me che mi nascondevo sotto la scrivania. Il viaggio in treno più lungo del mondo. Le colazioni a latte macchiato e brioche. Le focacce al tonno dell'intervallo. La gita a Monaco di Baviera e le telefonate tra camere con i toscani. Lo stomaco chiuso dopo la visita a Dachau. Le cotte improbabili che ci siamo prese tutte, prima o poi. I vari 'Candid' e 'David Copperfield' da leggere. Il volo per il Canada. La partita di Hockey e le vasche in Saint Katherine. La cena più agoniata di tutti i tempi, all'Hard Rock Cafè di New York. Il mio diciottesimo compleanno feteggiato in aereo.
E poi l'ultimo giorno. Quell'ultimo giorno di liceo. Quando si apriva davanti a noi una nuova vita, ma alle nostre spalle si chiudevano cinque anni stupendi. Quel giorno, in cui ricordo solo di aver pianto e ricordo solo gente che piangeva intorno a me.
Perchè se da una parte non vedevamo l'ora di scoprire cosa ci sarebbe successo, dove ci avrebbe portato a vita, dall'altra parte sapevamo che tutto sarebbe cambiato e non sarebbe mai stato come prima.
E questo spaventa sempre.
E adesso? Infondo è cambiato tutto, ma alcune cose non cambiano mai.

mercoledì 8 giugno 2011

Here comes the sun

Mi piace pensare di essere "dark and twisty" come Meredith Grey. Mi piace pensare di essere una quelle persone fredde e stronze. Mi piace pensare di essere sfuggente e misteriosa. Mi piace pensare di lasciare un alone di fascino dietro di me. Mi piace pensare di saper esprimere con le parole tutto il mondo che ho all'interno.
Invece io sono sempre stata tutto tranne che così. Non ho misteri, mi si legge tutto in faccia. Non sono affascinante, ma sono simpatica e piaccio per questo, non perchè intrigo. Non sono neanche dark, anche se per qualche periodo della mia vita mi sono vestita solo di nero, mi sono colorata i capelli di nero e mi truccavo solo di nero.
Sono sempre stata una persona "solare".
E io odio questo aggettivo.

mercoledì 25 maggio 2011

Nobody's wife

Stasera ho incontrato il mio dirimpettaio. E' una persona che cerco di evitare, ma stasera mi era impossibile aggirarlo dato che si è messo dietro la mia macchina ad aprire il garage mentre io aspettavo di poter fare manovra.
In realtà oggi è stato il primo "contatto" che abbiamo mai avuto da quando si è trasferito qui col figlio (a giorni alterni) circa due anni fa. Comunque provo un forte senso di disprezzo verso di lui.
Una sera di fine estate ho sentito la sua ex moglie arrivare sotto casa e urlare alla sua nuova compagna le peggiori cose che una donna può dire. Erano urla di odio, disprezzo e cattiveria, che nascondevano un dolore che pian piano mi straziava. All'inizio ho pensato alle classiche sceneggiate, ma dopo pochi minuti ho pensato che una donna deve essere davvero ferita per arrivare ad umiliarsi così. Davanti ad un figlio oltretutto.
La cosa peggiore è stato sentire "l'altra" rispondere con altrettanta cattiveria, quando NON poteva assolutamente permetterselo, e lui, il fedifrago, starsene zitto a godersi la scena.
Ma che uomo sei?
Per me non era un periodo facile, e sentire quelle urla mi ha stretto talmente tanto il cuore che avrei voluto scendere e mettermi a gridare insieme a lei, contro quella lì.
Stasera, mentre aspettavo che il cretino si spostasse dalla mia traiettoria ho pensato che una donna non si merita di stare così, avrei voluto scendere e chiedergli il perchè. Insomma, l'amore può finire, i matrimoni falliscono un giorno sì e l'altro anche, ma perchè, perchè fare come ha fatto lui?
Schifo.

martedì 24 maggio 2011

Truly Madly Deeply

I want to stand with you on a mountain.
I want to bathe with you in the sea.
I want to lay like this forever.
Until the sky falls down on me...


E' esattamente quello che vorrei ora.
E sempre.

mercoledì 18 maggio 2011

Piccoli già grandi

Sono passati quasi due anni da quando mi ha detto che si sarebbe sposata. E al momento mi aveva preso veramente alla sprovvista. I pensieri sono stati, in successione: è pazza, non ha capito a cosa sta andando incontro, è pazza, non ragiona, è pazza, cazzi suoi, è pazza, però è felice, è pazza comunque.
Ora il momento è quasi arrivato. E ci si organizza. Ci si organizza sul serio.
E allora vuol dire che siamo proprio arrivati a quel momento.
Eppure nella mia testa siamo ancora così piccole, così giovani, così inesperte, così bisognose di capire come va il mondo. Così, da non poter affrontare la vita vera.
Poi penso a mia madre, che alla mia età era già (felicemente) sposata, con una casa (ma senza un lavoro fisso. Sì, all'epoca si poteva.), alla ricerca di un figlio. E allora penso a me, che a quasi ventisei anni ho trovato a malapena un lavoro (ovviamente non definitivo), posso solo sognarmi una casa mia, e il matrimonio (non) lo vedo così lontano.
Infondo non siamo più così piccole.
Infondo ci siamo.
Infondo è il nostro momento.
..e sebbene sia semrpe stata io quella precoce tra le mie amiche, questa volta sarà lei a fare per prima il grande passo. E' un passo importante, soprattutto perchè con questo matrimonio cambierà proprio tutto nella sua, e anche nella nostra, vita.
Dopo tanto tempo di scetticismo io ci credo nella sua decisione, vera e reale. Niente colpi di testa, ma un percorso che ha intrapreso.
E mentirei dicendo che non provo nessun tipo di invidia. Invidio la sua sicurezza, invidio la sfrontatezza di aver deciso di fare questa cosa nonostante le difficoltà oggettive che le si sono poste davanti e poi, sì, invidio anche il suo abito da sposa.
Io non so se mi sentirei pronta, non credo. Ma questo per me è il primo vero segno tangibile della nostra crescita. Siamo capaci di affrontare una Laurea, un lavoro, imprevisti della vita, e adesso anche un matrimonio.
Nella mia testa però saremo sempre quelle che alla domenica pomeriggio vanno in bicicletta nper la campagna, sognando di comprare quella cascina abbandonata, ristrutturarla, costruire una piscina nell'aia e vivere tutte insieme.
Ma non è mai stato e mai sarà così.
Capita.
Ma ormai ci siamo.
Ormai siamo grandi.

martedì 10 maggio 2011

I just don't know what to do with myself

27.05.2010
[Interno. Cucina, casa mia]
[Amica e me]

- Allora..com'è andata?
- Bene
- Ci sei riuscita?
- Ehm..no..
- E adesso?
- E adesso non lo so.
- Ma ti piace?
- Eh..non lo so.
- Ma ci uscirai ancora?
- Eh..non lo so.
- Ma come siete rimasti?
- Eh..ci siamo detti che ci saremmo sentiti.
- E adesso?
- Oh..ti ho detto che non lo so, però è strano.

10.05.2011

Ora è tutto così chiaro, invece.

martedì 3 maggio 2011

It's a long way to the top

C'è chi dice che il giorno più bello della settimana sia il venerdì. Perchè è l'ultimo giorno di lavoro, si riesce a sentire il profumo del weekend, ma nop ancora assaporarne appieno il gusto. Si freme all'idea della domenica, che ancora si vede lontana.
E' l'idea dell'attesa che piace. L'idea di essere vicino, vicinissimo, a qualcosa che ci piace, che vorremmo già qui, ma che non sta svanendo, perchè deve ancora arrivare.
E' questa sensazione di subbuglio allo stomaco che ci fa scalpitare.
E infondo ne godiamo. Perchè sappiamo che quando il venerdì sarà finito, inizierà il sabato, che per qualche strana regola dell'universo, passerà in un batter d'occhio, e saremo già a domenica. E anche lei seguirà quella legge per cui quando apriremo gli occhi sarà già quasi lunedì.
E dè vero. E' l'attesa il motore di tutto.
L'attesa ci eccita.
Ma a volte non se ne può più di aspettare.
Vorrei tutto e subito. Ora. Adesso.
Basta.

giovedì 28 aprile 2011

Senza averti qui

Io. Che a quindici anni prendevo in giro le mie amiche fidanzate perchè erano troppo legate alla loro vita di coppia. Che a diociotto anni non avrei mai rinunciato a viaggiare per colpa di di un'altra persona. Che a vent'anni ero sicura che non avrei mai e poi mai rinunciato alla mia libertà.
Io. Che a ventun'anni ha stravolto la mia intera vita per una storia. Malata, assurda, allucinante, ma una storia in cui un pò ci credevo.
Io. Che finita quella storia non riuscivo a vedere una luce in fondo a quel tunnel.
Io. Che adesso faccio il conto alla rovescia per il ritorno della persona che l'ha fatta rinascere. Che ogni sera mi addormento felice del fatto che un altro giorno senza di TE sta finendo. Che aspetto il TUO squillo per sapere che stai bene. Che cerco di far vincere la rabbia sulla tristezza, perchè almeno affronto meglio la situazione. Che ho paura di non mancarti abbastanza. Che non vedo l'ora che torni.
Senza averti qui fa proprio schifo.

martedì 12 aprile 2011

Don't look back in anger

Passato (definizione): Tempo trascorso o ciò che in esso è accaduto.

E un giorno realizzi di avere un passato. Una storia da raccontare anche tu. Che hai vissuto esperienze belle e hai anche commesso errori. Ma almeno la tua vita non è un'enorme pagina bianca. Almeno hai qualcosa da dire. Qualcosa da condividere. Condividere con chi vuoi tu. Solo con chi vuoi tu.
Cosa raccontare e chi svelare i minimi particolari..bhè, questo è una scelta personale.

C'è chi non ha filtri e dice tutto a tutti. Chi invece aspetta una certa confidenza prima di sbilanciarsi.

Il passato può essere un bel ricordo, uno di quelli che ti fa sorridere. Oppure può rabbuiarti il volto.

Può essere bello da condividere. Ci puoi ridere insieme. Oppure può farti male. Ma male davvero. A raccontarlo, ma anche ad ascoltarlo.

E' vero. Il passato è passato. Non esiste più. Ma è esistito. C'è stato.

E a volte si rimpiange quel che c'è stato. A volte si ricorda con affetto quel che c'è stato, ma non c'è più adesso. E se poi si tornasse a cercare quel che non c'è più?

Ci sono persone poi capaci di essere gelose di quello che qualcun'altro ha potuto vivere senza di loro. Ed è una brutta, bruttissima sensazione. Perchè sai che quel qualcun'altro in quei momenti era felice. Felice anche senza di te. Senza di te, che neanche sapeva che esistevi.

Ed è un circolo vizioso. Perchè non puoi essere geloso di qualcosa che nemmeno sapevi che potesse esistere. Ma poi, irrazionalmente, lo sei. E allora capisci che non sei geloso solo del passato, ma sei geloso del presente e anche del futuro di quell'altra persona che ti sta raccontando qualcosa di sè. E diventi geloso di una maglietta, di un biglietto e perfino di una canzone. Perchè vorresti che tutto di quella persona sia anche un pò tuo.

Poi realizzi che anche tu hai un passato. Un passato di cui l'altro non faceva parte. Che anche tu hai vissuto. Anche tu hai avuto magliette, biglietti e canzoni.

E che se ora tutte quelle cose fanno parte del passato vuol dire che un motivo c'è. Che quel passato in qualche modo ti ha portato al presente dell'altro. E forse dovresti essere solo felice di aver avuto quel passato, perchè ora sei qui.

venerdì 8 aprile 2011

Quel posto che non c'è

Ci sono luoghi che hai nel cuore. Sono i luoghi che ti hanno vista crescere, sbagliare, ridere, disperare e cambiare. Sono luoghi di cui conosci ogni odore, che riconosci al primo respiro.
Luoghi, che ogni volta che torni ti sembra di rivivere tutte quelle avventure che ti sono successe. E le rivivi come in un velocissimo rewind, dall'inizio fino al presente.
E sono luoghi in cui non hai paura di sbagliare di nuovo perchè sai che ti riaccoglieranno, ti regaleranno il loro panorama migliore e ti aiuteranno a ricordare che ti sei alzato anche in passato, a fatica, ma hai puntato le braccia al suolo e sudando un pò ce l'hai fatta. Luoghi in cui ti sei rifugiato nei momenti più neri e che non volevi lasciare per paura di affrontare la vita vera.
Luoghi in cui se ci ritorni felice e completa quasi si emozionano per te. Luoghi che vorresti far conoscere a tutti coloro a cui vuoi bene, ma che pochi sanno apprezzare.
Io il mio luogo magico ce l'ho. E lo condivido solo con chi voglio e so che comprende.

domenica 20 marzo 2011

Amore disperato

Si dice sempre che sia colpa di Walt Disney.
Che siano stati i suoi cartoni animati a inculcare in noi femminucce l'idea stereotipata del Principe Azzurro e dell'amore con la A maiuscola. Un amore puro, disinteressato, candido e genuino. E se volessimo seguire alla lettera quello che ci insegnano quei film, dovrei anche aggiungere alla lista casto e canterino.

Dunque, sarebbe colpa delle varie Biancaneve, Cenerentola e Bella che noi ci struggiamo per le pene d'amore ogni giorno.

Ma noi davvero cerchiamo questo tipo di amore?

Forse fino ai tre anni.
Poi cresciamo. Il cervello si sviluppa e iniziamo ad ascoltare la musica. Le canzoni. Di qualisiasi genere. Non importa.
Le canzoni parlano di un altro tipo di amore. Quello DISPERATO. E secondo me è proprio quello che ci distrugge.

Siamo plagiate da tutti quei versi meravogliosamente scritti che fanno passare un amore malato e assurdo per la cosa che noi desideriamo di più al mondo. Lo scopo della nostra esistenza in reltà diventa quello di sistruggerla.

Iniziamo a desiderare un amore che ci fa stare male, solo per poter poi cantare a squarciagola quelle canzoni e poter dire "Ecco, sì, parla proprio di me. E' la mia storia!".

E tutte noi abbiamo avuto un amore assurdo.
Un amore che non ti fa dormire.
Che ti fa strappare i capelli.

Che ti fa mancare il fiato per ogni cosa sbagliata.

Che ti sveglia in piena notte.

Che ti fa piangere un giorno sì e l'altro anche.

Che insomma, non è l'amore che Mr Disney ci aveva promesso.

Quindi non è proprio colpa sua se ci roviniamo gran parte dell'adolescenza e post adoloscenza (l'inizio è quasi sempre quello, ma la fine non ha scadenza), ma bensì di tutti i fantastici autori di canzoni. Grazie.

Ma poi arriva un giorno in cui senti una canzone e ti accorgi che tu non vuoi più immedesimarti nella stronza protagonista di turno, non hai più voglia di piangere su note struggenti solo perchè ti ricordano quanto tu sia sfigata.

C'è un momento in cui ti tornano in mente le principesse e decidi che vuoi un amore come il loro. Davvero. Forse togliendo la parte della castità e delle melodie canticchiate con gli uccellini.

E vuoi poter guardare negli occhi la persona che ami e dirgli che lui non è "tutti i miei sbagli", ma è solo il tuo "tempo reale".

lunedì 7 marzo 2011

Felicità

..è avere un brutto pensiero, ma scacciarlo subito perché sai che puoi stare tranquilla!

lunedì 28 febbraio 2011

I think I'm paranoid

Stasera in piscina ho passato dieci minuti di delirio. La piscina mi ha sempre fatto questo effetto, non so perchè. Pedalavo, pedalavo sulla mia hydrobike e la mente volava. E io mi sono trovata ad avere il battito accelerato, il respiro pesante, mal di stomaco e le lacrime agli occhi. Esistono questi momenti in cui mi sento pazza. Pazza perchè ho delle paure infondate. Pazza perchè nessuno al mondo può avere certezze reali. Pazza perchè è inutile che io mi ammazzi di seghe mentali, tanto quel che sarà, sarà. Ma ci sono quei momenti in cui sento proprio quella sensazione che mi sale dallo stomaco e arriva su fino in gola e si blocca lì per qualche minuto, finchè non sento gli occhi che vogliono piangere. E sono paranoica, lo so. Io in questo momento della mia vita ho tutto. Tutto quello che ho sempre voluto. Lavoro. Amore. Tranquillità. Bene, ora ce l'ho. E allora, perchè arrivano quei momenti? La risposta è che non so vivere serenamente. Le componenti poi sono molteplici. Paura. Gelosia. Paranoia. Insicurezza. Mischiamo. Shackeriamo il tutto. Ed esco io. Con le mie duemila seghe mentali. Con i miei attacchi d'ansia. Ammettiamolo, neanche un mese fa, nell'ultimo post, credevo di crescere. Ma in certe cose rimango sempre la solita me.

venerdì 4 febbraio 2011

Never be the same again

Qui si cresce. O per lo meno ci si prova. Lunedì si inizia con una nuova esperienza. Il LAVORO.
Una cosa "da grandi". Una cosa che avevo sempre guardato da lontano e con una certa diffidenza, ma che ultimamente volevo con tutte le mie forze. E finalmente c'è.

Le reazioni sono state le seguenti: gioia, felicità, senso di realizzazione, ansia da prestazione, paura, terrore. Adesso siamo ancora fermi all'ultima. E' strano. Si sta insinuando in me quella sensazione che avevo provato anche a pochi giorni prima della Laurea, l'anno scorso. C'è la consapevolezza di avere raggiunto un obiettivo, quindi sono fiera di me; ma allo stesso tempo c'è il timore di non farcela. La mia vecchia amica "sfiducia in me stessa" mi fa ciao con la manina.

Però stiamo diventando grandi e quindi bisogna saper superare anche questo. E quindi sto crescendo. Credo e spero. Poi ci sono piccolo regressioni. E poi ci sono situazioni che io proprio non so affrontare in maniera matura.

Si dice che crescendo si iniziano a vedere le sfumature, che se nella gioventù è tutto o bianco o nero, con la matirità si inizia ad intravedere il grigio. A me il grigio non piace. Ho solo un maglione grigio e un paio di ballerine grigie. Questa è la riprova che a me il grigio non piace. Io sono ancora per il bianco o il nero. Quindi non mi sorprendo che certe cose io non riesca ad affrontarle come il manuale della brava-ragazza-che-ha-superato-i-venticinque-dovrebbe-comportarsi. Forse riesco a vedere il bianco sporco e il nero opaco, ma al grigio non ci sono ancora arrivata.

Sforzandomi posso forse arrivare al rosso sangue.

mercoledì 2 febbraio 2011

Wannabe

Voglio diventare più sicura. Voglio essere più sicura.
Voglio essere capace di fregarmene di certe cose.

Voglio non avere timore di non farcela.

Voglio non avere timore che da un momento all'altro possa finire.

Voglio credere di più nelle mie potenzialità.

Voglio che questo periodo non finisca mai.

Voglio diventare indipendente.

Voglio continuare a sorridere.

Voglio pensare di poter essere in grado. E crederci.
Voglio che la gente mi capisca.
Voglio dimagrire.

Voglio anche una borsa di Vuitton. (#ecco)

Voglio semplicemente essere me. Felice.

mercoledì 26 gennaio 2011

Voglio molto di più

C'è una cosa che voglio. Ed è una cosa che non avrei mai pensato di volere.
Voglio uno lavoro, grazie.

Voglio alzarmi la mattina imprecando perchè è troppo presto, voglio avere l'ansia da lunedì e voglio arrivare al venerdì soddisfatta e contenta.

Invece per adesso che sia lunedì, mercoledì o sabato poco mi cambia. Io sono anche la persona più pigra e oziosa del mondo e quindi già so che quando un giorno lavorerò, rimpiangerò questi giorni. Ma adesso voglio un lavoro.

Voglio che la smettano di chiedermi quali esperienze lavorative ho alle spalle. Voglio che la smettano di guardarmi e trattarmi come se mi facessero un favore concendendomi un colloquio, caso mai ci stiamo facendo un favore a vicenda. Voglio un lavoro insomma.

Voglio non essere più sconfortata, perchè infondo è quello che provo.

E soprattutto voglio poter rispondere a certe domande che mi sono state poste ultimamente. Voglio poter rispondere con cognizione di causa.

E voglio poter pensare al mio futuro con un pò più di stabilità, piuttosto che facendo i conti su cosa posso e non posso fare nelle prossime due settimane.

Ci sono domande che mi mettono ansia. E non tanto per la domanda in sè, perchè infondo sono domande a cui non si può dare una risposta certa e definitiva. Ma voglio almeno poter pensare concretamente a cosa potrà essere il mio futuro.

Perchè io ho paura del futuro, è vero, ma è altrettanto vero che mi piacerebbe iniziare a costruirlo in maniera concreta e vera.

Voglio un lavoro, ecco.

sabato 22 gennaio 2011

Ooops, I did it again

Bene.
Mi sono decisa. Forse.
Questo è il terzo blog che apro nella mia giovane esistenza. Il primo nacque nel lontano ottobre 2006, ma non durò nemmeno un anno, morì per cause di forza maggiore, ovvero sotto pressante e perentoria richiesta. Era un blog felice, di una me felice e spensierata. Universitaria e senza legami. Il secondo durò ancor meno. Giusto il tempo di dire al mondo che volevo uscire da quello stato catatonico in cui mi ero cacciata, ma non mi dava le stesse soddisfazioni del primo. Anche perchè lo stato d'animo faceva parecchio cagare.
E adesso giunge questo nuovo blog. Non sarà mai un blog serio, un blog di opinione, un blog di recensione e meno che mai un fashion blog. Questo sarà una sorta di "sfogatoio" per me. Un diario segreto, che poi tanto segreto non è.
Esiste perchè ci sono momenti un cui avverto una seria necessità di scrivere, soprattutto quando sono inquieta. Un pò come stamattina. Perchè sì, questo account è aperto da più di un mese, ma stava aspettando il momento giusto. O forse IO stavo aspettando di sentirmi pronta per aprire una nuova finestra su di me. Non so nemmeno quanto durerà, sono facile alla chiusura coatta dovuti a raptus.
Non so nemmeno io come evolverà la situazione. Sono fatalista e possibilista. Stamattina sono inquieta (l'ho già detto, quindi sono anche ripetitiva), ma a differenza delle mie esperienze blogghistiche precendenti, in questo periodo sono serena. Serena e innamorata. E ho bisogno di dirlo al mondo, come una stupida bimbaminkia, perchè è una cosa più grande di me che ho bisogno di esternare altrimenti mi scoppia dentro. E questa cosa mi stupisce perecchio, perchè io sono sempre stata restia alla manifestazione plateale di sentimenti. Odio le esagerazioni, ma quando si tratta di me tutto è esagerato. Anche la paura che tutto possa finire è esagerata. E questo perchè sono esageratamente insicura.
E niente..avevo voglia di iniziare questa "cosa" e adesso mi sentivo pronta.
Non so se vi piacerò, ma tant'è..io sono qui.