martedì 19 giugno 2012

Un'estate fa

Trecentosessantacinque giorni possono essere decisivi, fondamentali.
Trecentosessantacinque giorni fa, se mi avessero detto cosa sarei stata trecentosessantacinque giorni dopo, non avrei mai creduto ad un asingola parola.
E' successo TUTTO. Tutto quello che volevo è TORNATO realtà.
Convivo.
Ho un lavoro. (a tempo determinato, ma di questi tempi è già molto.)
Ho ritrovato amici con cui non avrei mai creduto fosse possibile riallacciare un rapporto.
Ho vestito ancora una volta i panni di transylvana.
Insomma, sono tornata indietro di cinque (fottutissimi) anni nel giro di due mesi.
Ci sono persone per cui fai enormi cazzate e persone che perdi, di conseguenza. Ci sono persone che fanno terra bruciata intorno a te. Ci sono persone che perdi, di conseguenza. Ci sono persone che ti fanno dannare l'anima, che ti trasformano in qualcuno che non sei tu. Ci sono persone che perdi, di conseguenza. Ci sono persone che ad un certo punto vuoi perdere. Ci sono persone che hai perso, ma rivorresti indietro.
C'è chi, come me, si vergogna troppo di come ha agito per ritornare. Ci sono persone che avevo perso, che sono tornate.
Persone che quando tornano ti riempono il cuore.
Perchè adesso mi sento me stessa. Sono io, sono tornata, sono maturata, ma sono di nuovo io.
Sono io, con quello che volevo, che ho sempre voluto, che voglio.
Ci sono persone che nel giro di sessanta giorni ti fanno riprendere in mano cose che pensavi perse per sempre.
Persone che devo solo ringraziare per aver avuto il coraggio che io non ho avuto.
E poi persone che sanno starti vicino sempre, e vederti evolvere (o involvere).

Un anno fa, trecentosessantacinque giorni fa potevo solo sognarlo.

giovedì 13 ottobre 2011

Don't cry

Mi era stato vietato.
E io ci tenevo davvero, ma mi era stato vietato.
E io mi ero illusa che assecondando tutte le assurde richieste e pretese, tutto sarebbe andato bene.
Così io quattro anni fa, a quel concerto non ci sono andata. E non sono andata nemmeno a quello dopo, quello bello, quello allo stadio, quello a cui sono andati praticamente tutti tranne me, quello per cui avevo comunque e preventivamente comprato il biglietto.
E quei concerti, sebbene abbia parato il colpo abbastanza bene, mi sono mancati. Perchè l'ultimo loro concerto, a Vigevano, io lo collegavo comunque sempre e solo alla mia inconsapevolezza che di lì a poche ore mi sarebbe cambiata la vita. Non necessariamente nel bene, tra l'altro.
Quindi quando l'anno scorso è finalmente uscito l'ultimo album dei Negramaro, ho deciso che sarei andata ad un loro concerto PER FORZA. E infatti il biglietto l'ho comprato subito. E infatti ieri ci sono andata.
Avevo previsto pianti. Credevo che avrei sentito per lo meno il peso dei ricordi e che questo mi avrebbe rattristata almeno un pò. E invece NIENTE.
Non sentito niente.
E ci sono anche rimasta male da un certo punto di vista. Il mio lato melodrammatico era pronto ad ogni evenienza. Ma invece NO.
Non riesco nemmeno a ricordarmi come stavo due anni fa. A volte non ricordo nemmeno che sia successo. Non ricordo com'era stare prima di adesso.
So che c'è stato un passato, lo so. E anche bene. Ma non risco più a concepirlo.
E sono talmente serena che niente pare potermi toccare.
Neanche i Negramaro.

Neanche Giuliano.

martedì 20 settembre 2011

Viva forever

Succede poi che un giorno muore qualcuno a cui tenevi. E tu non te l'aspettavi.
E allora pensi che forse la morte non è solo una cosa che capita nei film. La morte è anche vicina a te.
Forse io non me n'ero mai accorta perché sono un pò distratta, ma ha dovuto proprio toccarmi da vicino per capire che anche le persone a cui voglio bene hanno una specie di "data di scadenza". Però questa non è segnalata da nessuna parte. Non siamo yogourt in effetti. Uno yogurt sai che un giorno è commestibile e l'altro ti provocherà solo il cagotto. E allora, per evitare di passare una giornata con i crampi, cosa si fa? Si mangia prima che scada.
Ma se una persona non ha nessuna segnalazione di scadenza come si fa? Come faccio a sapere che chi vorrei avere accanto ancora per molto tempo, forse non ci arriverà?
E allora ho iniziato a pensare che ci sono persone che voglio che vivano tantissimo. Almeno per condividere con me dei passi importanti, che prima o poi compirò nella mia vita. E se anche non li compirò, vorrei pterci contare anche nell'incertezza.
Io voglio che mio padre mi accompagni all'altare.
Io voglio che mia madre sia la nonna che sua madre non è mai potuta essere con me.
Io voglio che il mio cane giochi con i miei figli, perchè lui ama i mocciosetti.
Io voglio che le mie amiche possano raccontarmi dei loro problemi con i mariti, per riderci su davanti ad un bicchiere di vino, prima, e sedute su una panchina, poi.
Io voglio che il mio fidanzato diventi rugoso e io possa farglielo pesare.
Ad oggi non so se queste cose capiteranno, perchè non sto programmando niente di tutto questo.
Però voglio poterci contare.

martedì 16 agosto 2011

Father and son

Non sono capace di affrontare le situazioni, io.
Agosto è una gran figata, ma quando ti dicono che tuo padre ha un cancro diventa tutto un po' meno figo. E se la prima cosa che riesci a dire è "Ma quindi adesso diventerai pelato?", allora sei proprio tu che non sei figa per niente.
Ho vissuto il tutto - camere d'ospedale, sale d'attesa, operazioni, attese degli esiti, cateteri e dimissioni - come se non stesse davvero succedendo a me.
Io, che sono sempre stata pessimista su tutto, in quella situazione non riuscivo a vedere il nero che tutti vedevano.
Non sono stata vicina nè a mia madre, nè a mio padre. In verità non sono stata vicina nemmeno a me stessa. Io c'ero, poco e distante.
E riesco a capire solo adesso, dopo due anni da quella sera in cui io stavo uscendo e loro, arrivando al mare, mi hanno fermata dicendomi "C'è qualcosa, è piccolo, ma c'è..", che riesco forse a realizzare.
E solo perché ho iniziato, per caso, a leggere un sito (questo), e mi dispiace non aver capito quando c'era da capire.
Ognuno reagisce a modo proprio, con i propri tempi e non c'è una regola generale. E io di solito reagisco di merda.
Ma solo ora capisco mia madre, la sua paura, e apprezzo anche la sua forza, che non credevo avesse, ma che invece ha tirato fuori.
E solo adesso capisco e apprezzo davvero la sua presenza alla mia Laurea, gli sforzi per organizzarmi una festa come volevo io e come pensavo mi fosse dovuta. Felice di aver potuto dire ad entrambi i miei genitori che me ne vado di casa.
Felice e consapevole.
Forse un po' in ritardo. E (forse) una cosa che rimarrà sempre e solo qui, perché, a meno che non la trovi per caso, io mai glielo farò leggere e mai sarò capace di dirlo.
Ecco.
Scusa.

venerdì 5 agosto 2011

Non ho l'età

Capisci di essere davvero diventata grande quando una sera a cena con le amiche i discorsi non vertono più sulla boyband del momento o sul ragazzo dell'altra classe che tanto ti piace.
Capisci di stare crescendo davvero quando racconti qualcosa che VERAMENTE ti sta per cambiare la vita. Tipo andare a convivere. Tipo iniziare un lavoro. Tipo una malattia di qualcuno che ti è vicino.
E se un pò mi manca quella leggerezza con la quale si discuteva animatamente su chi fosse meglio, i Backstreet Boys o gli 'Nsync (?), sono comunque contenta di poter affrontare questi discorsi "da adulta" con gente che mi conosce da così tanto tempo da potersi ricordare che taglio di capelli imbarazzante avessi a quattordici anni.
Aleggia sempre un alone di stranezza mentre si parla di cose così serie. Rimane quella voglia di continuare a rimanere un pò cazzone. Rimangono i ricordi che ti accompegneranno anche se sarai dall'altra parte del mondo. Perchè quelli, se vuoi, non li dimentichi proprio mai. Devi volerlo, però. Fortemente.
Ma la cosa bella è vedere che un tuo passo avanti e anche un loro passo avanti.

Poi vabbhè...la serata si è conclusa (s)parlando di tutti gli ex-compagni del liceo. Ma questa è un'altra storia...

lunedì 25 luglio 2011

Strade

Domani andrò al concerto dei Subsonica.
Ovviamente la mia mente ritorna a sei anni fa quando, più o meno in questo stesso periodo dell'anno, andai a vedere un loro concerto a Cuneo.
E ripenso a quante milioni di cose sono cambiate dal 2005 ad oggi.
Ricordo benissimo con chi ero, cosa ho fatto per tutta la sera e come mi sentivo. E ricordo benissimo cosa è successo in tutti i sei anni successivi.
E mi guardo con tenerezza, perchè ho sempre creduto (fin troppo) in quello che facevo e provavo. Ho combattuto battaglie tutte mie che spesso ho perso, ma che mi hanno portato qui, oggi. E visti gli ultimi avvenimenti direi che mi hanno fatto vincere. E non ho vinto una battaglia, ma l'intera guerra. Anzi, ho vinto l'apocalisse.
Se potessi, direi a quella ragazza di neanche 20 anni di continuare così. Forse di essere un pò più stronza e meno condiscendete e comprensiva con chi davvero non si meritava carezze.
Di continuare ad ascoltare chi è ti è vicino, ma comunque pensare con la tua testa. Sbaglierai. Sbaglierai un sacco. E piangerai fiumi di lascrime, pensando di non poter mai uscire da quei "tunnel", ma ce la farai. Magari lentamente, magari avrai bisogno di fortissime spinte dall'esterno, ma ce la farai.
Ti consiglio di non chiuderti troppo in te stessa. Soprattutto non farlo per colpa di qualcuno che non ha saputo cogliere il meglio di te. Piangi, piangi sempre, ma esci e vedrai che appena lo farai troverai qualcosa di meglio da vivere.
Starai male ancora per quella persona che è con te a quel concerto. Starai male pochissimi giorni dopo quel concerto per colpa di qualche sms. Ma fregatene, un giorno ti sentirai dire cose che riempiranno il tuo orgoglio femminile.
Fidati dei tuoi primi istinti. Non mettere sempre il cuore al primo posto, usa un pò il cervello anche. E se proprio non ce la farai, sappi che perderai delle occasioni, ma dall'altra parte crescerai e conoscerai situazioni che non avresti mai pensato di poter vedere così da vicino.
Infondo comunque non sarai così male come a volte vorranno dipingerti.
Farai cazzate, come tutti d'altronde.
Ma alla fine arriverai dove hai sempre desiderato arrivare. E sarà bellissimo.
Fidati.

venerdì 15 luglio 2011

Luci a San Siro

...Milano mia portami via, fa tanto freddo,
ho schifo e non ne posso più,
facciamo un cambio prenditi pure
quel po' di soldi quel po' di celebrità
ma dammi indietro la mia seicento,
i miei vent'anni e una ragazza che tu sai
Milano scusa stavo scherzando,
luci a San Siro non ne accenderanno più...


Ho sempre visto mia madre commuoversi con questa canzone, soprattutto con questa strofa. E non avevo mai capito il perchè. E vedere mia madre piangere è una delle cose puù comuni, ma che al contempo mi fanno ribollire il sangue. Non mi piace vedere la debolezza negli altri. Perchè nella mia testa, la debolezza si deve nascondere. Io la celo sotto una bella faccia da culo, due battute acide e tanto mal di stomaco.
Ho sempre avuto un carattere di merda.
E questo potrebbe esserne un esempio.
Sono assoluta. O bianco o nero. Vivo o morto. "Meglio che uno muoia, piuttosto che ti lasci.", ho sempre sostenuto. Radciale.
Ora però inizio a capire anche mia madre. E questo un pò mi spaventa.
Finalmente ora capisco anch'io.