giovedì 30 giugno 2011

Meet me halfway

Non possiamo decidere chi consocere.
Non possiamo nemmeno decidere quando conoscere chi vorremmo conoscere.
Spesso si conoscono persone che ad una prima impressione sono il massimo della vita, poi si dimostrano enormi delusioni. E viceversa.
Incontriamo miliardi di persone. Con alcune restiamo sul superficiale, con altre scaviamo più a fondo e con altre ancora ci sbilanciamo.
Possiamo persino deicidere di non conoscere più. Sì, va bene, ti conosco, ma faccio finta che tu non esista. Ti passo di fianco, ma non ti saluto. Ti incontro per strada, ma cambio direzione. Scorro il la rubrica del cellulare, vedo il tuo nome, ma con fulmineo gesto di pollice, ti faccio sparire.
Non ti conosco più. Magari posso dire di averti conosciuto. Posso dire che ti conoscevo.
Ma infondo non so più nemmeno che faccia hai.
Poi ci sono persone che cnosciamo sempre troppo tardi. Che avremmo voluto conoscere molto tempo prima. Che se avessimo conosciuto prima, forse certe cose non sarebbero successe e forse sarebbe stato tutto più bello.
Persone che vorremmo conoscere da sempre.
Perchè a volte non mi ricordo nemmeno com'era quando non c'eri.
Vorrei conoscerti da sempre.
Voglio conoscerti PER sempre.

giovedì 23 giugno 2011

Me, myself and I

Succedeva che spesso mi trovavo a parlare da sola.
Di piccolina parlavo con "la mia amica Luca", una specie di angelo custode - barra - amica immaginaria. Lo so, il nome era da maschio, ma lei era una femmina. Aveva anche tutta una suo storia, tragica, tra l'altro. Con lei io ci parlavo e ci giocavo, poi a tre anni ha smesso di farmi visita. O per lo meno, io ho smesso di interagirci.
Per un bel pò non ho più avuto nessuno. Poi mi sono inventata una sorta di vita parallela. Rilasciavo interviste, parlavo per ore da sola e fanatsticavo sulla mia doppia identità di personaggio famoso.
Ho smesso anche in questo caso.
Un pò più da grandicella ho sempre continuato a parlare da sola. A volte mi attaccavo al citofono facendo finta di parlare al telefono. E parlavo, raccontavo, dicevo.. Poi mi sono accorta che forse la gente che passava sotto casa poteva sentire tutto e ho smesso.
Ma non ho mai smesso del tutto di parlare con me, di confidare a qualcuno di impalpabile quello che pensavo sul serio. Svelavo al Nulla cose che agli altri non avrei mai potuto dire. L'aria ha sempre avuto il ruolo di psicologa, che nel suo stare in silenzio mi alleggeriva da segreti e percezioni.
Parlavo da sola, ma senza vergognarmene e senza neanche quasi accorgemene.
Poi, d'un tratto ho smesso. Ora lo faccio solo in situazioni di panico, ma non parlo veramente da sola, di solito mi rivolgo direttamente a me stessa, chiamandomi per nome.
L'altra sera però, passeggiando col mio cane nelle strade deserte del mio paese, ho avuto un pò la nostalgia dei miei amici invisibili. Avrei voluto raccontare al sole che tramontava come mi stanno andando le cose, come vivo adesso e come sto. Ma no, sono stata zitta e ho pensato solo che a volte mi manco.

martedì 14 giugno 2011

Who wants to live forever

L'eternità è troppo complicata.
Stanca quasi a pensarla. E' troppa.
Scartiamola.
E anche il sempre è troppo pesante. Anche perchè il sempre non è mai.
Io non sono sempre felice. Non sono sempre triste.
A volte lo sono, a volte no.
Allora scartiamo anche il sempre. Anche il per sempre.
Troppo.
E quindi non sarà per sempre, non sarà per l'eternità.
Io non posso sapere cosa vorrò domani, fra un mese, fra un anno o fra dieci anni. Però so che quando vedo due vecchietti sorridersi ancora innamorati e stringersi la mano, penso che quello lo voglio anch'io. E lo voglio adesso. E voglio volerlo anche fra cinquant'anni. Voglio arrivare rugosa e grigia e guardarti ancora, rugoso e grigio, con gli stessi occhi con cui ti guardo oggi.
Ti voglio guardare così, per sempre.

venerdì 10 giugno 2011

Che velocità

Sentire l'urlo liberatorio degli studenti per l'ultima campanella dell'anno.
Aver passato una serata con le Amiche del liceo la sera prima.
Tutto converge in una stretta al cuore e ad un pò di occhi lucidi perchè se io mi riguardo indietro non ho altro che splendidi ricordi.
La giornata in canoa. Il gemellaggio in Francia e i tre giorni a Parigi. Le notti in bianco con me che mi nascondevo sotto la scrivania. Il viaggio in treno più lungo del mondo. Le colazioni a latte macchiato e brioche. Le focacce al tonno dell'intervallo. La gita a Monaco di Baviera e le telefonate tra camere con i toscani. Lo stomaco chiuso dopo la visita a Dachau. Le cotte improbabili che ci siamo prese tutte, prima o poi. I vari 'Candid' e 'David Copperfield' da leggere. Il volo per il Canada. La partita di Hockey e le vasche in Saint Katherine. La cena più agoniata di tutti i tempi, all'Hard Rock Cafè di New York. Il mio diciottesimo compleanno feteggiato in aereo.
E poi l'ultimo giorno. Quell'ultimo giorno di liceo. Quando si apriva davanti a noi una nuova vita, ma alle nostre spalle si chiudevano cinque anni stupendi. Quel giorno, in cui ricordo solo di aver pianto e ricordo solo gente che piangeva intorno a me.
Perchè se da una parte non vedevamo l'ora di scoprire cosa ci sarebbe successo, dove ci avrebbe portato a vita, dall'altra parte sapevamo che tutto sarebbe cambiato e non sarebbe mai stato come prima.
E questo spaventa sempre.
E adesso? Infondo è cambiato tutto, ma alcune cose non cambiano mai.

mercoledì 8 giugno 2011

Here comes the sun

Mi piace pensare di essere "dark and twisty" come Meredith Grey. Mi piace pensare di essere una quelle persone fredde e stronze. Mi piace pensare di essere sfuggente e misteriosa. Mi piace pensare di lasciare un alone di fascino dietro di me. Mi piace pensare di saper esprimere con le parole tutto il mondo che ho all'interno.
Invece io sono sempre stata tutto tranne che così. Non ho misteri, mi si legge tutto in faccia. Non sono affascinante, ma sono simpatica e piaccio per questo, non perchè intrigo. Non sono neanche dark, anche se per qualche periodo della mia vita mi sono vestita solo di nero, mi sono colorata i capelli di nero e mi truccavo solo di nero.
Sono sempre stata una persona "solare".
E io odio questo aggettivo.