Sentire l'urlo liberatorio degli studenti per l'ultima campanella dell'anno.
Aver passato una serata con le Amiche del liceo la sera prima.
Tutto converge in una stretta al cuore e ad un pò di occhi lucidi perchè se io mi riguardo indietro non ho altro che splendidi ricordi.
La giornata in canoa. Il gemellaggio in Francia e i tre giorni a Parigi. Le notti in bianco con me che mi nascondevo sotto la scrivania. Il viaggio in treno più lungo del mondo. Le colazioni a latte macchiato e brioche. Le focacce al tonno dell'intervallo. La gita a Monaco di Baviera e le telefonate tra camere con i toscani. Lo stomaco chiuso dopo la visita a Dachau. Le cotte improbabili che ci siamo prese tutte, prima o poi. I vari 'Candid' e 'David Copperfield' da leggere. Il volo per il Canada. La partita di Hockey e le vasche in Saint Katherine. La cena più agoniata di tutti i tempi, all'Hard Rock Cafè di New York. Il mio diciottesimo compleanno feteggiato in aereo.
E poi l'ultimo giorno. Quell'ultimo giorno di liceo. Quando si apriva davanti a noi una nuova vita, ma alle nostre spalle si chiudevano cinque anni stupendi. Quel giorno, in cui ricordo solo di aver pianto e ricordo solo gente che piangeva intorno a me.
Perchè se da una parte non vedevamo l'ora di scoprire cosa ci sarebbe successo, dove ci avrebbe portato a vita, dall'altra parte sapevamo che tutto sarebbe cambiato e non sarebbe mai stato come prima.
E questo spaventa sempre.
E adesso? Infondo è cambiato tutto, ma alcune cose non cambiano mai.
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