martedì 16 agosto 2011

Father and son

Non sono capace di affrontare le situazioni, io.
Agosto è una gran figata, ma quando ti dicono che tuo padre ha un cancro diventa tutto un po' meno figo. E se la prima cosa che riesci a dire è "Ma quindi adesso diventerai pelato?", allora sei proprio tu che non sei figa per niente.
Ho vissuto il tutto - camere d'ospedale, sale d'attesa, operazioni, attese degli esiti, cateteri e dimissioni - come se non stesse davvero succedendo a me.
Io, che sono sempre stata pessimista su tutto, in quella situazione non riuscivo a vedere il nero che tutti vedevano.
Non sono stata vicina nè a mia madre, nè a mio padre. In verità non sono stata vicina nemmeno a me stessa. Io c'ero, poco e distante.
E riesco a capire solo adesso, dopo due anni da quella sera in cui io stavo uscendo e loro, arrivando al mare, mi hanno fermata dicendomi "C'è qualcosa, è piccolo, ma c'è..", che riesco forse a realizzare.
E solo perché ho iniziato, per caso, a leggere un sito (questo), e mi dispiace non aver capito quando c'era da capire.
Ognuno reagisce a modo proprio, con i propri tempi e non c'è una regola generale. E io di solito reagisco di merda.
Ma solo ora capisco mia madre, la sua paura, e apprezzo anche la sua forza, che non credevo avesse, ma che invece ha tirato fuori.
E solo adesso capisco e apprezzo davvero la sua presenza alla mia Laurea, gli sforzi per organizzarmi una festa come volevo io e come pensavo mi fosse dovuta. Felice di aver potuto dire ad entrambi i miei genitori che me ne vado di casa.
Felice e consapevole.
Forse un po' in ritardo. E (forse) una cosa che rimarrà sempre e solo qui, perché, a meno che non la trovi per caso, io mai glielo farò leggere e mai sarò capace di dirlo.
Ecco.
Scusa.

venerdì 5 agosto 2011

Non ho l'età

Capisci di essere davvero diventata grande quando una sera a cena con le amiche i discorsi non vertono più sulla boyband del momento o sul ragazzo dell'altra classe che tanto ti piace.
Capisci di stare crescendo davvero quando racconti qualcosa che VERAMENTE ti sta per cambiare la vita. Tipo andare a convivere. Tipo iniziare un lavoro. Tipo una malattia di qualcuno che ti è vicino.
E se un pò mi manca quella leggerezza con la quale si discuteva animatamente su chi fosse meglio, i Backstreet Boys o gli 'Nsync (?), sono comunque contenta di poter affrontare questi discorsi "da adulta" con gente che mi conosce da così tanto tempo da potersi ricordare che taglio di capelli imbarazzante avessi a quattordici anni.
Aleggia sempre un alone di stranezza mentre si parla di cose così serie. Rimane quella voglia di continuare a rimanere un pò cazzone. Rimangono i ricordi che ti accompegneranno anche se sarai dall'altra parte del mondo. Perchè quelli, se vuoi, non li dimentichi proprio mai. Devi volerlo, però. Fortemente.
Ma la cosa bella è vedere che un tuo passo avanti e anche un loro passo avanti.

Poi vabbhè...la serata si è conclusa (s)parlando di tutti gli ex-compagni del liceo. Ma questa è un'altra storia...